La passione predominante

Grafologia e passione predominante.
Nell’indagine psicologica sulla personalità umana, in qualsiasi modo condotta – colloquio clinico, test, grafologia – non tutte le caratteristiche di cui essa è costituita presentano lo stesso livello di difficoltà di comprensione.

Alcune sono più facili da capire, altre più complesse. Per un grafologo sufficientemente esperto, ad esempio, cogliere dalla grafia di un individuo l’equilibrio della sua intelligenza, l’apertura mentale, l’oggettività, la capacità critica, la ricchezza intuitiva o la pedissequità del ragionamento è compito abbastanza semplice.

È decisamente più impegnativo cogliere i piani delle motivazioni e predisposizioni inconsce, legati al possibile equilibrio biotipologico, che sono linfa vitale e base del comportamento dell’individuo.

Tale possibilità, ma anche relativa complessità di lettura, trova il suo culmine nella grafologia di Girolamo Moretti in ciò che egli individua e definisce come passione predominante.

Il compito della psicologia e della grafologia

È questo il compito della psicologia e, implicitamente, della grafologia: “Fra tutte le manifestazioni delle tendenze dell’individuo, la psicologia deve cercare di cogliere quella che è la più semplice e nello stesso tempo la più complessa in modo che sia la più completa sì da racchiudere tutte le tendenze umane individualizzanti e individualizzate”.[1]G. Moretti, La passione predominante, Messaggero, Padova 2003, p. 39.

In altri termini, nell’analisi della personalità umana è fuorviante e dispersivo considerarne separatamente i tratti se ciò non è finalizzato al loro coordinamento unitario. Occorre capire il perché di quelle caratteristiche e del filo che le lega e tinge del proprio specifico colore.[2]A proposito, così si esprime Claudio Naranjo: “Ritengo che separare i tratti di cui è formata la personalità dalle motivazioni e dal modo di vedere le cose sia un’operazione … Continue reading

Questa è un’esigenza che è sempre stata piuttosto sentita in grafologia. È per tale ragione, ad esempio, che il grafologo francese Jean Rivère pone in guardia dal limitare l’analisi grafologica “…all’individuazione di un insieme di piccoli segni”.[3]Cit. in N. Palaferri, Tipologia umana, caratterologia e grafologia, Libreria “G. Moretti”, Urbino, 1999, p. XV.

Il monito citato di Moretti non è dunque rivolto solo alle psicologie che, procedendo per caratteristiche intrinseche all’attuazione di grandi sintesi tipologiche, rischiano di perdere di vista ciò che differenzia l’irripetibile individualità umana. È anche un’esortazione ai grafologi che si ispirano al suo metodo di non rimanere impantanati nella descrizione di singoli aspetti individuali sconnessi tra loro, senza coglierne la sintesi di fondo, ovvero la passione predominante. In altre parole, è quest’ultima che spiega i primi, e non viceversa.

La passione come perno inconsapevole del carattere

Moretti scorge alla base dell’unità psicosomatica umana un’invisibile costante che spinge e caratterizza l’uomo ad attuare il proprio specifico comportamento vitale in relazione a uno specifico disegno personale inconscio, “…nascosto in un reparto quasi inaccessibile”.[4]G. Moretti, La passione predominante, cit., p. 57.

Tra le spire delle tante passioni di cui l’individuo è ignara preda, ce n’è una che predomina sulle altre. Ad essa non ci si può sottrarre perché “…sta attaccata all’Io in maniera tale da fondersi col medesimo”.[5]Id., p. 55.

È tanto inconscia quanto invadente “…tutte le facoltà intellettive, affettive, sensitive e vitali sì da imporre loro la propria direzione, ispirazione e aspirazione, le proprie impellenze, le pieghe, le proprie flessuosità in modo da farle agire in forza della stessa passione predominante, da farle vivere del suo succo vitale”. [6]Id., pp. 44-5.

E, con una frase tanto semplice quanto efficace, la definisce “perno su cui ruota l’intero carattere senza che il soggetto se ne renda conto”.[7]Id., p. 45.

Quali caratteristiche

La passione predominante è quindi inconscia, ma non silenziosa. Per capirla basterebbe ascoltare l’infinito giro di parole e giustificazioni che il soggetto racconta innanzitutto a se stesso: “Quel che più meraviglia è che il soggetto, con la passione predominante sia pure pessima, tende a goderne, a vantarsene e a ribellarsi se viene messa sotto giusto fuoco dalla critica; la difende e, difendendola, la torchia affinché sia messo in luce quel briciolo di bontà che non manca mai in tutte le cose che hanno vita”.[8]Ibid.

Nè tantomeno è invisibile, in quanto occorrerebbe saper osservare tutta la comunicativa non verbale, tra cui innanzitutto l’atteggiamento abituale dell’occhio. Ne Il corpo umano dalla scrittura, infatti, Moretti osserva: “Nell’atteggiamento abituale dell’occhio è espressa nella sua tendenza innata la passione predominante dell’individuo”.[9]G. Moretti, Il corpo umano dalla scrittura, Studio grafologico Fra Girolamo, Ancona 1961, III ed., p. 90.

Passione predominante e nevrosi

Da tutto il discorso di Moretti risulta chiaro che la passione predominante si collega al piano nevrotico e carenziale dell’essere umano. Affetto dalla propria passione, l’individuo non ne molla la presa, ma ci si avvinghia, alla stregua di un cane che si morde la coda.

Analogamente così si esprime la psicologa Karen Horney: “La ragione per cui la buona volontà iniziale di voler superare una tendenza nevrotica non costituisce di regola una forza sulla quale si possa fare affidamento, malgrado l’entusiasmo iniziale che spesso l’accompagna, è che la tendenza ha pure un valore soggettivo al quale la persona non intende rinunciare”.[10]K. Horney, Autoanalisi, Astrolabio, Roma, 1971, p. 63.

Passione predominante e vizi capitali

vizi grafologia enneagramma
Hieronymus Bosch: I sette vizi capitali

Per Moretti la passione predominante e i vizi capitali sono così indissolubilmente legati tra loro da essere sovrapponibili. La passione predominante del 1962 è l’ultima opera che egli scrive, ma già dal 1937 ne pone nero su bianco una prima definizione, fondendola intrinsecamente con i sette vizi capitali:

Non intendo trattare di Ascetica e, molto meno, di Mistica, ma condurre l’uomo – qualunque esso sia, di ogni ceto, di ogni elevatura intellettuale e morale, di ogni disposizione sessuale, di ogni diversità nella esplosione del temperamento – a scrutare la radice della sua natura o della spinta che informa ogni sua azione. In altri termini, intendo mettere a nudo la passione predominante individuale, entro la quale penetra tanto difficilmente lo sguardo anche del più consumato psicologo pratico…

Distillando pensieri su pensieri e facendoli germinare, ho potuto concludere che i sette vizi capitali – enumerazione classica delle nostre tendenze malnate – son come i baluardi delle stesse passioni umane, con una distinzione netta e inconfondibile.”.[11]G. Moretti, Vizio. Psicologia e grafologia dei sette vizi capitali. Superbia-Avarizia, vol. I, Osimo, 1937, pp. 7-9.

La radice unificata dell’istinto vitale, sessuale e psichico

Per Moretti la passione è una vera e propria linfa vitale, essendo la radice unificata, la risultante dei tre istinti principali. L’istinto vitale – il trionfo imperioso della vita, il bisogno di difendere la propria individualità –,  l’istinto sessuale – finalizzato alla riproduzione e sopravvivenza della specie – e infine l’istinto psichico che deve orientare, moderare gli altri due istinti, perché compito dell’uomo è di psichicizzare e spiritualizzare il proprio intero essere.[12]G. Moretti, La passione predominante, cit., p. 44 e ss.

Passione e scompensi biotipologici

Poichè gli istinti radicano nel biologico, è necessario, come osserva Nazzareno Palaferri, indagare la passione predominante alla luce degli scompensi biotipologici che la costituzione dell’individuo può presentare.[13]Cf. N. Palaferri, La passione predominante, in Scrittura, 151-152, Libreria “G. Moretti”, 2009; cf. anche L. Massi, Enneagramma, biotipologia e grafologia, Ed. Youcanprint, Lecce 2016

Ed è il possibile scompenso biotipologico che, fondendosi con la passione, produce come effetto i possibili Scompensi e anomalie della psiche. In quest’opera infatti Moretti suddivide gli individui in possibili tipi con qualità integrate o disintegrate, teorizzando per il tipo integrato ideale la dotazione delle più alte qualità. Subito, però, si affretta a precisare che nella realtà tale tipo non esiste, prendendolo solo come pietra di paragone alla stregua dello zero assoluto nella fisica. E, proseguendo il discorso, la disintegrazione dell’uomo, il suo carattere nevrotico e coatto, è l’effetto dello scompenso della passione predominante.[14]Cf. G. Moretti, Scompensi e anomalie della psiche, Ed. Messaggero, Padova, 2000, pp.38-9.

Collegando la passione predominante alla crasi costituzionale e agli istinti che da essa scaturiscono, non è più una sorpresa che l’Io si fonda con la passione, e non sia possibile rinunciarvi perché sarebbe come rinunciare alla propria vita.

(continua: vedi articolo successivo La lotta contro la passione predominante)


References

1 G. Moretti, La passione predominante, Messaggero, Padova 2003, p. 39.
2 A proposito, così si esprime Claudio Naranjo: “Ritengo che separare i tratti di cui è formata la personalità dalle motivazioni e dal modo di vedere le cose sia un’operazione artificiosa, e che altrettanto lo sia separare la prospettiva di un apprendimento sociale di tali tratti dalla prospettiva delle relazioni oggettuali, che tiene conto dell’interiorizzazione delle figure genitoriali e dei primi sentimenti che il bambino prova nei loro confronti“. C. Naranjo, Carattere e nevrosi, Astrolabio, Roma 1996, p. 12.
3 Cit. in N. Palaferri, Tipologia umana, caratterologia e grafologia, Libreria “G. Moretti”, Urbino, 1999, p. XV.
4 G. Moretti, La passione predominante, cit., p. 57.
5 Id., p. 55.
6 Id., pp. 44-5.
7 Id., p. 45.
8 Ibid.
9 G. Moretti, Il corpo umano dalla scrittura, Studio grafologico Fra Girolamo, Ancona 1961, III ed., p. 90.
10 K. Horney, Autoanalisi, Astrolabio, Roma, 1971, p. 63.
11 G. Moretti, Vizio. Psicologia e grafologia dei sette vizi capitali. Superbia-Avarizia, vol. I, Osimo, 1937, pp. 7-9.
12 G. Moretti, La passione predominante, cit., p. 44 e ss.
13 Cf. N. Palaferri, La passione predominante, in Scrittura, 151-152, Libreria “G. Moretti”, 2009; cf. anche L. Massi, Enneagramma, biotipologia e grafologia, Ed. Youcanprint, Lecce 2016
14 Cf. G. Moretti, Scompensi e anomalie della psiche, Ed. Messaggero, Padova, 2000, pp.38-9.